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La piazza, la loggia, la gru

from Mala Testa by Alessio Lega

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  • Mala Testa - Vinile 12"
    Record/Vinyl + Digital Album

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lyrics

La piazza la loggia la gru

Per Marina e Bruno

La piazza, la loggia, la gru s'incrociano come in un campo di guerra
frustata dal vento la pioggia s'infogna ed in rivoli va sottoterra
si perde nel buio obbligato di vicoli, trame, di oscure vicende
del tempo che passa, che passa, e non cura il dolore però lo sospende

sospesi al vento, sul braccio di una gru ci sono sei lavoratori immigrati
saliti nel vento d’autunno per trentasei metri e rimasti aggrappati
a un esile filo a un pensiero, ad una speranza che brucia le ali
che gli uomini in fondo al futuro, mondati dall'odio, si svelino uguali

li prendono in giro i lavoratori stranieri / parlano di sanatorie e poi sono storie / inapplicabili tranelli legali / balzelli contro i più poveri / da anni venuti in Italia / sfruttati, derisi / fra il bisogno e la paura / paura di mostrare il viso o d'incontrare una divisa che ti dica
«da oggi non ci puoi più stare» / e così al mattino lavori / la sera ti chiudi in casa / e muori di nostalgia. / La pubblica via è un sofisma, c'è tutto un paese fantasma / l'identità è una carta / una corta illusione, una strana nazione
qui Brescia, qui nord produttivo / qui angoscia dal giorno che arrivo / qui niente sembra più vivo / la piazza è un deserto / trentasei anni fa / fu un luogo aperto / di speranza e di dolore
era un porto di resistenza ed amore
(il 28 maggio 1974 c'erano in piazza lo studente e il professore
perché un mondo migliore inizia da una scuola migliore).

Sui banchi di Piazza Loggia cade una pioggia che macchia di scuro
come l'inchiostro della sentenza che abbiamo lasciato al futuro
per raccontare ai nipoti dei figli l'assurdo segreto di stato
dei morti arrivati per caso nell'ora sbagliata e nel posto sbagliato

otto morti sbranati dall'urlo, il furore, dai canti assassini
lo scoppio, lo scolo di sangue in fretta pulito, lasciato ai tombini
passati dieci anni, vent'anni, trentasei anni quel lutto s'è stinto
si acceca il ricordo, e muore memoria, e il lutto è un pensiero indistinto

e trentasei anni più tardi, trentasei metri sopra tutto questo
sei lavoratori stranieri resistono ad ogni costo
dal trenta di ottobre aggrappati a una gru stanno guardando dall'alto
un mondo fantasma che in basso
ha perduto la sua strada nell'asfalto

Arun, Jimi, Rachid, Sajad, Singh, Papa
i nomi, il sudore, le ore, i bulloni, le viti, s'inciampa, si crepa
Papa, Singh, Arun, Sajad, Rachid, Jimi
al dieci novembre son stanchi e due fra di loro scendon per primi

ancora il freddo, il vento, la gru e il quindici undici solo
gli eroi della disperazione cedono infine e scendono al suolo
al quindici di novembre scendono piolo per piolo
mentre otto mute presenze
da Piazza Loggia stan prendendo il volo

otto angeli custodi che si fanno sotto le braccia
di croce della gru, nel vento che brucia la faccia
nel freddo che fa lacrimare, Arun e gli altri hanno chiesto
«chi siete voi che venite quassù a prendere il nostro posto?»

Son Giulia Banzi Bazzoli donna, madre insegnante
uscita un mattino di maggio per fare una cosa importante
ho corpo d'amore ed ho voce, schiantata in un portico, rotta
aspettami dissi a mio figlio… è trentasei anni che aspetta.
Ed io impregnata di pioggia son Livia Bottardi Milani
la pioggia che insanguina maggio, la pioggia che lava le mani
di quelli che misero bombe che sperano il tempo cancelli
le tombe nel mare ai migranti, ma loro rimangono quelli.
Io Pinto Luigi emigrante, come voi, ma venuto da Foggia
per lavorare nel Nord, col sangue mischiato alla pioggia
tornai stretto dentro una bara, la schiena straziata di schegge
l'Italia riunita col sangue che ancora discrimina e che non protegge.
Io, Natali Euplo / fui partigiano qui a Brescia / di colpo mi prese l’angoscia / e venni in piazza a vedere / quanto la liberazione / avesse lasciato in cantiere / cosa restasse da fare / e venni in piazza a morire / con Bartolo Talenti / e con Vittorio Zambarda / eravamo in tanti: / noi “vecchi” di Piazza Loggia / vecchi per modo di dire / pronti ancora a salire / in alto sul posto di guardia / perché chi è vecchio ricorda / e guarda con la stessa angoscia / che l’orizzonte rovescia / il vecchio fascismo di Brescia / nel nuovo razzismo leghista.
Amore ci insegna un percorso che c’è dalla piazza alla gru
amore che non sciolse allora che non può scioglierci più
amore che libera e sfida, ditelo ai vostri scolari
a nome di Alberto Trebeschi e di Clementina Calzari
Finche morte non ci separi, le frasi di rito un po’ orrende
noi fummo moglie e marito e il modo ancora ci offende
col quale una bomba feroce dentro una piazza di maggio
venne a disfarci la voce, volle spezzare il coraggio
ma è amore che ancora ci porta da quella piazza alla gru
coraggio pietà non è morta e resta aggrappata lassù.

Il 15 novembre 2010 a Brescia i lavoratori immigrati scendevano dalla gru proprio mentre la sentenza sulla strage di Piazza Loggia poneva una pietra tombale su quelle otto vittime. Nessuno è stato, pare, dunque continua la lotta.

Novembre/dicembre 2010

credits

from Mala Testa, released March 13, 2013

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about

Alessio Lega Italy

Alessio Lega è uno dei cantautori più conosciuti e stimati della sua generazione, ma è anche uno scrittore e militante anarchico.
Scrive canzoni, canta, suona la chitarra, ha pubblicato dischi e libri a proprio nome e partecipato a decine di opere collettive. Ha messo in scena centinaia di spettacoli, conferenze e concerti sulla canzone d’autore mondiale e sulla musica popolare e d’impegno.
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